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Verso il 25 Aprile 2025: antifascismo è antisionismo

Raccogliere l’esempio della Resistenza Partigiana significa coglierne il portato storico e l’insegnamento politico.
Il Comandante Gracco disse che la Resistenza era l’insieme di tre momenti: la liberazione dell’occupante nazista, la liberazione dal fascismo e la liberazione dallo sfruttamento del capitale, il responsabile dell’avvento del fascismo e della guerra.
Per questo possiamo dire che la Resistenza rimase incompiuta e lo è ancora oggi.

Con la fine della guerra infatti si creò un nuovo ordine ma non vennero meno lo sfruttamento, l’autoritarismo, l’imperialismo e il colonialismo.
Tra questi quello britannico, a cui era affidato il protettorato sulla Palestina per conto della Società delle Nazioni dal 1920.
Il mandato scadde nel 1947 e il governo britannico scelse così di assecondare le spinte per la nascita di uno stato ebraico.
Nel 1948 il Consiglio Nazionale sionista riunito a Tel Aviv proclamò la nascita dello Stato d’Israele che sancì la prima Nakba, cioè l’esodo forzato di 700 mila palestinesi dalle proprie terre.
Da quel momento Israele ha rappresentato un avamposto dell’imperialismo occidentale in tutta l’area.
Ancora oggi i palestinesi stanno lottando per il ritorno nella propria terra e per la Liberazione della Palestina, dal fiume al mare.

Oggi stiamo assistendo alla rottura definitiva degli equilibri nati del secondo dopoguerra.
La crisi e la perdita dell’egemonia globale degli USA determinano una spinta sempre aggressiva della NATO.
Oggi la storia ci pone di nuovo davanti al baratro di una guerra mondiale.
In questo contesto le spinte coloniali dello Stato sionista diventano ancora più feroci.
Il 7 Ottobre la Resistenza palestinese ha adottato quella che possiamo definire come la “dottrina militare dell’oppresso”.
Questa non si basa sul calcolo di costi e benefici come per gli eserciti dell’imperialismo, ma sulla percezione del pericolo: il “pericolo” che lo sterminio e la deportazione del popolo palestinese continuasse ad avvenire nel silenzio.
Il 7 Ottobre non ha causato il genocidio in corso oggi. Ha solo smascherato quello che ha era il progetto in atto e ha riacceso i riflettori sulla Palestina in tutto mondo.

Noi, che viviamo in un paese del centro imperialista, complice del genocidio, pienamente interno alle logiche e alle politiche di guerra abbiamo il dovere di continuare a dare il nostro contributo di sostegno e solidarietà.
Dobbiamo contrastare il revisionismo storico che mette sullo stesso piano antisionismo e antisemitismo, quindi il Ddl 1004 che vorrebbe equiparare ogni manifestazione di denuncia dei crimini di Israele al reato di “incitamento all’odio razziale”.
Dobbiamo lottare per fermare la macchina bellica che serve la strategia di guerra sionista tra produzione, logistica e ricerca di guerra.
Dobbiamo rifiutare il modello scolastico che al pari della produzione di armi vorrebbe fabbricare soldati privi di capacità critica e arruolabili alla guerra.

Il nostro “no” alla guerra è un “no” agli interessi del capitale che attraverso la distruzione cerca di rispondere alla sua stessa crisi.
Il nostro “no” alla guerra allo stesso tempo vuole alimentare la necessità del conflitto contro il capitale, degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli oppressi contro gli oppressi.

Come Giovani Palestinesi, assieme a Firenze Antifascista, chiamiamo alla mobilitazione perché antifascismo è antisionismo. Perché non basta spendere belle parole rimanendo indifferenti: oggi più che mai è necessario costruire una solidarietà attiva alla Resistenza Palestinese.
Dall’Italia alla Palestina, la guerra si ferma con la Resistenza: essendo partigiane e partigiani ogni giorno, vigili sul nostro presente.

Saremo in piazza con uno spezzone solidale e determinato nel corteo antifascista che si muoverà per le vie di San Frediano da piazza Santo Spirito alle ore 17.00.
Lo spezzone confluirà in piazza Santo Spirito muovendosi da piazza Poggi e su cui seguiranno aggiornamenti nei prossimi giorni rispetto all’orario di convocazione.

Ribadiremo con forza la nostra piena e incondizionata solidarietà alla lotta del popolo e della resistenza palestinese.
Ancora oggi come 80 anni fa: INTERNAZIONALISMO, LOTTA DI CLASSE E SOLIDARIETÀ!

Giovani Palestinesi Firenze
Firenze Antifascista