Solidarietà alle compagne e ai compagni anarchici arrestate/i!
Mercoledì mattina Firenze si è svegliata con due elicotteri in cielo e decine e decine di poliziotti per le strade. Agosto, mese da sempre propizio a sbirri e procuratori, si è aperto con una maxi operazione contro compagne e compagni anarchici in città, che ha portato agli arresti in carcere ben 8 compagn@ e ha portato a termine lo sgombero dello spazio occupato La Riottosa.
Uno sgombero, così come accaduto recentemente anche in Via Toselli o alla storica occupazione di Villa Panico, in cui le forze di polizia irrompono con mazze e tirano gas lacrimogeni in spazi chiusi, sfogandosi contro lo stabile, gli oggetti personali degli occupanti, sfondando vetri e distruggendo tutto, gettando dalle finestre qualsiasi cosa, bruciando libri e appendendo addirittura lo striscione al contrario… forse con “la caccia all’Ultras” gli sono sorti problemi d’identità…
Ros, Digos, Antiterrorismo: oltre 200 poliziotti coinvolti agli ordini del Procuratore Giuseppe Creazzo, uno di quelli che si presentò in città dicendo che avrebbe “fatto tremare la Firenze che conta” sgominando speculazione, infiltrazioni mafiose, abusi e riciclo di denaro nella città del giglio.
E invece ancora caccia all’anarchico, al sovversivo, allo squatter, al ribelle, all’incompatibile, all’indecoroso.
Non ci interessa sapere se gli otto compagn@ in questione c’entrino o meno con i fatti imputati, ma ci fa sorridere amaro però vedere come giornali locali e nazionali stiano titolando come se finalmente una verità inconfutabile sia sotto gli occhi di tutti e la “giustizia” stia facendo il suo corso trovando i “mostri” perfetti da mettere alla pubblica gogna, e perché no, a marcire nelle calura delle patrie galere.
Sorridiamo ancora più amaro pensando a chi oggi sta brindando in via Zara e alla sede di Casapound in San Jacopino pensando alla propria carriera…
Così come siamo distanti dalla retorica del “martire di Stato”, l’artificie Mario Vece, alla quale la roboante operazione sarebbe “dedicata”, pensiamo che ció serva a legittimare l’arresto e le gravi accuse e a coprire le incompetenze e l’inadeguatezza dell’apparato di sicurezza, non solo in quella situazione.
Inutile ribadire, oltretutto, quanto per noi la divisa significa tutto il contrario di eroismo e sacrificio, e che nella divisa e nella sua essenza ci vediamo i quotidiani abusi, la violenza, le prepotenze, il razzismo, gli stupri e le molestie, le torture e vessazioni, le stesse che lo stesso “artificiere” perpetrò solo pochi anni prima a quattro giovani in una caserma della provincia toscana, perché “scambiati per albanesi..”
Ci interessa invece esprimere la nostra solidarietà concreta a chi è stato portato in carcere, ai loro compagn@, già duramente colpiti in questi mesi da misure repressive severe quanto folli (come i Daspo di quartiere al Galluzzo), trovandoci senza se e senza ma dalla stessa parte di chi combatte per un mondo senza più fascisti e i loro covi e senza più caserme e i loro sbirri.
Per tutti coloro che si dichiarano antifascisti questi sono i momenti in cui capire da che parte stare. Troppo facile, perché rassicurante, sarebbe voltarsi dall’altra e far finta di niente come se la cosa riguardasse solo i diretti interessati.
Questi fatti riguardano tutti. Non si tratta di condividere o meno un metodo di lotta: abbiamo più volte detto che per noi la solidarietà va oltre la complicità.
Si tratta di comprendere quanto gli spazi di agibilità e lotta vengano chiusi da una parte mentre a destra lo Stato lascia una prateria alla propaganda e alla pratica fascista.
Solidarizzare oggi con questi compagni significa anche comprendere e contrastare questo dispositivo, oltre che repressivo anche politico e culturale.
Compagne e compagni del CPA Firenze Sud