Il CPA Fi-sud esprime solidarietà alla maestra della scuola elementare Marconi minacciata sui social per aver proposto alla sua classe un laboratorio contro gli stereotipi di genere per un’educazione alle differenze. Il laboratorio, consolidato nelle scuole da un decennio, è promosso da Ireos all’interno del progetto “Le chiavi della città”.
La polemica è scoppiata in seguito a un articolo su La Nazione pubblicato il 13 novembre: “Ai maschi ruoli femminili: bufera a scuola” di Emanuele Baldi; articolo che trasuda omo-lesbo-trans-bi-fobia, machismo e un uso strumentale di quella che nient’altro è che la lamentela di una mamma di Fratelli d’Italia spalleggiata da Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia; che non perde l’occasione per attaccare il Ddl Zan contro le discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale e identità di genere, in questi giorni in discussione tra Camera e Senato.
I vari gruppi catto-fascisti infondono odio e difendono il sistema eteronormato, sbandierando come nemico la fantomatica “teoria del gender” descritta come un complotto di omosessualisti intenti a minare la famiglia tradizionale.
Nell’articolo si parla di violenza psicologica laddove si propongono progetti volti al rispetto di sé e degl* altr* e un’istruzione che si fa portavoce delle differenze, le valorizza e le visibilizza.
Pensiamo che sia importante parlare di educazione alle differenze nelle scuole fin dalla prima infanzia per diffondere una cultura di autodeterminazione e liberazione che possa contrastare il bullismo verso soggettività lgbtqi e non solo, convinti che la conoscenza sia un arricchimento e sia la direzione da seguire per una società libera con relazioni basate sulla parità e il consenso.