In questi giorni è arrivata l’ennesima minaccia di sgombero. Stavolta nei confronti della Casa Rossa Occupata di Massa.
Una casa cantoniera, un bene pubblico abbandonato e lasciato all’incuria che è tornato ormai da oltre 12 anni a nuova vita grazie all’impegno militante.
La Casa Rossa è e deve continuare ad essere un luogo vissuto da centinaia di persone desiderose di attività e socialità finalmente slegate dalla logica di profitto che inquina ogni momento della vita di lavoratori e lavoratrici.
Questa minaccia di sgombero arriva in momento in cui il clima repressivo si fa sempre più pesante.
Abbiamo visto quale dispiegamento di forze abbia messo in campo lo Stato nella giornata del 5 ottobre.
Lo sanno bene gli stessi compagni e compagne di Massa il cui pullman è stato respinto a Roma Nord con tanto di fogli di via.
Lo vediamo chiaramente con il DDL 1660 che promette pene ancora più pesanti per chi decide di occupare.
Lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo ancora una volta: il degrado non è quello di chi occupa uno spazio per restituirlo alla collettività, ma quello di chi questi spazi li chiude e li lascia abbandonati per poi innescare processi di speculazione.
In termini più generali il degrado è l’abbandono e il taglio di tutto ciò che è “pubblico” e d’interesse collettivo a vantaggio dei profitti e della rendita privata.
Questi sono processi di privatizzazione della ricchezza e la socializzazione dei costi, come avviene in maniera ancor più eclatante nel caso dell’aumento della spesa militare.
GIÙ LE MANI DALLA CASA ROSSA!
GIÙ LE MANI DALLE OCCUPAZIONI!