Il Primo Maggio contesti il PD e la CGIL, la polizia di Salvini e Di Maio ti arresta.
Solidarietà ai/alle compagne/i torinesi.
Mattina del 13 luglio a Torino, decine di poliziotti e carabinieri -perfino la cinofila- davanti al Csoa Askatasuna, posano sorridenti.
Perquisizione allo storico centro sociale torinese, allo spazio popolare Neruda e nelle case dei compagni, 15 misure cautelari di cui 9 arresti domiciliari
Per cosa? Per le cariche che cercarono di impedire di raggiungere la piazza finale del 1 maggio a Torino dello scorso anno e rappresentare una realtà diversa da quella falsa dei sindacati confederali e del PD. Insomma, denunciati ed arrestati per “tentata contestazione” al Pd ed alla Cgil-Cisl-Uil.
Dopo oltre un anno una procura piena di ombre e fantasmi, inchieste fasulle condotte dai vari PM di turno, siano essi i Rinaudo o i Padalino, guidati oggi dal magistrato “di sinistra” Spataro, torna ad accanirsi contro compagne/i. Si tratta della medesima procura che screditata ma pienamente legittimata a fare il lavoro che serve allo Stato ed ai padroni, continua a reprimere chi li contesta realmente e tutti i giorni costruisce relazioni antagoniste a questo sistema. No, non parliamo del Movimento 5 Stelle e di chi oggi al governo fa finta di opporsi ai diktat dell’Unione Europea e ci parla di “cambiamento”..
No, parliamo dei militanti politici, attivisti di base, che da anni a centinaia sono colpiti dalla repressione, parliamo delle decine di centri sociali perquisiti e sgomberati in questi anni, delle decine di compagni/e in carcere e sotto processo.
Perché sarebbe un errore pensare che oggi, con il governo leghista-grillino, possano succedere queste cose mentre prima non succedevano. Tutto questo accade da anni e trova e ad oggi arriva alla sua sintesi, come dimostra questa inchiesta: la polizia di Salvini arresta e reprime chi contesta la Cgil ed il Partito Democratico, ed il cerchio è chiuso.
Il primo maggio, stiamo con i lavoratori, con chi lotta, con chi resiste a licenziamenti, delocalizzazioni, salari miseri, precarietà e sfruttamento, non con chi li affama, li divide, li inganna, li svende.
Tutti i giorni stiamo al fianco di chi difende il proprio posto di lavoro, la propria casa, il proprio territorio, le borse di studio, con chi si oppone al lavoro non pagato sin dai banchi di scuola.
E oggi come sempre rispondiamo alla repressione con la solidarietà -di classe e militante- ad Askatasuna, a tutte/i gli imputati/e torinesi e a chiunque paghi il prezzo della repressione per le propria lotta.
La lotta non si arresta. Tutte/i libere/i. Askatasunaren haizea!
Compagne/i del CPA Firenze Sud