Con questo comunicato vogliamo ufficializzare il rinvio della “tre giorni” di musica popolare facendo alcune considerazioni.
Quando dagli ospedali si levarono le voci che rendevano palese l’emergenza sanitaria in cui stavamo piombando, non avemmo dubbi sul da farsi: sospendere tutte le attività del Cpa.
Da quel giorno il “cancello rosso” è rimasto aperto solo ed esclusivamente per organizzare il magazzino e le staffette per la raccolta alimentare.
È quindi venuto meno tutto il faticoso lavoro di preparazione, cura dello spazio, organizzazione e allestimento che ha permesso alla “tre giorni” di diventare quello che tutt@ conosciamo.
Inizialmente speravamo di arrivare a questo momento e poterla rinviare ad una data precisa: magari a luglio, o forse a settembre… ma ci pare evidente che fare previsioni sia ancora oggi impossibile.
Ormai sono passati più di 3 mesi dalla dichiarazione dello stato d’emergenza.
Allora non c’era nessun protocollo e tipo di prevenzione.
Sono stati i lavoratori a prender parola: da una parte con uno sforzo immane e in alcuni casi il sacrificio negli ospedali, dall’altra con gli scioperi e blocchi della produzione.
Così il Governo è stato costretto a dichiarare un lockdown che ci avrebbe dato il tempo di contenere il contagio e approntare un sistema capillare di monitoraggio di massa.
Governo e Confindustria però non hanno usato questo tempo a tutela della salute pubblica ma solo dei propri interessi.
Giusto per fare un esempio, ancora oggi coloro che hanno contatto diretto con un Covid19 conclamato non hanno diritto al tampone fin quando non mostrano sintomi evidenti.
L’unica logica che muove le loro scelte irrazionali è quella del profitto lasciando abbandonate a se stesse larghissime fasce di popolazione.
Così facendo stanno scaricando verso il basso costi e responsabilità: la solita “privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite” che ci ha portato fin qui.
Ma se oggi non sappiamo dirvi quando potremo ballare sotto quel palco, siamo convinti che sempre più persone abbiano ben chiare le voci, le canzoni e le melodie che scandiscono le storie di lotta e di riscatto della musica popolare… tra queste quella del Grup Yorum cui mandiamo un saluto internazionalista: oggi proprio loro, dopo la morte di 3 componenti in sciopero della fame, non possono che rappresentare il connubio tra musica e lotta per libertà.
Il ritmo quest’anno, e non solo per tre giorni, dovremmo scandirlo noi nelle piazze di questa città che da “traballare” ci sarà tanto perchè da “sgranare” c’è sempre meno!