E’ da diversi anni ormai che formazioni neofasciste agiscono sul territorio italiano. Dai fascisti del terzo millennio di Casapound, ai fascisti dello scorso millennio di Forza Nuova, a Lealtà e Azione, con tutti le loro finte associazioni di propaganda, dagli amici dei cani al falso servizio civile. Agiscono con grossi finanziamenti e spazi di propaganda sempre maggiore. Quelli che fanno i finti democratici, apparentemente più presentabili come Casapound, li vediamo in tv dai vari Mentana o Formigli, quelli brutti e cattivi diventano degli estremisti da condannare, come nel caso dei nazisti che a Como hanno interrotto un convegno di associazioni di solidarietà o della bandiera nazista nella caserma fiorentina. Soffiano sul fuoco della rabbia popolare, speculano ed alimentano il rancore, sempre però contro i più deboli, i più poveri, mai contro i potenti ed i ricchi, reali responsabili del risentimento sociale, di cui sono e saranno sempre cani da guardia. Li vedi spaesati nei quartieri urlando al degrado e cercando di farsi accettare, oggi ancor di più che le elezioni si avvicinano. Dietro a questa superficie ormai li conosciamo bene: sempre alla disperata ricerca di una legittimazione istituzionale, che possa aiutarli a coprire il puzzo di violenza, di razzismo, di intolleranza, di malaffare che li contraddistingue. E’ stato così quando 6 anni fa Saverio Di Giulio, il capetto di Casapound a Firenze, dichiarò che nessun loro militante aveva mai visto né conosciuto Gianluca Casseri, fascista di Casapound e assassino efferato di due lavoratori senegalesi in piazza Dalmazia. E’ così oggi che i responsabili nazionali di Casapound negano di aver mai visto e conosciuto gli Spada di Ostia perché un appartenente a questa famiglia ha aggredito un giornalista. Ed è stato lo stesso nei numerosi casi di spaccio, di narcotraffico, di corruzione, così come nelle numerose aggressioni di cui membri e simpatizzanti di questa come di altre organizzazioni fasciste si sono resi responsabili. Certo i fascisti otterrebbero ben poco da questo punto di vista se non trovassero chi li agevola in ogni modo. Pensiamo all’allora sindaco Renzi che prese subito per buona la dissociazione del Di Giulio su piazza Dalmazia e a tutta la casta giornalistica che gli andò immediatamente appresso. Pensiamo al pennivendolo Mentana, che dopo essere stato ospite a Casapound e aver certificato la loro democraticità non poteva fare altro che avallare la loro dissociazione dai clan di Ostia.
Anche a Sesto qualcuno di questi soggetti, pure senza enfatizzare presenze poco determinanti, si è rifatto vedere. Nel vuoto generato dall’indifferenza e dalla diffidenza verso la politica, soprattutto per i più giovani, alle ultime elezioni di istituto nel tecnico Calamandrei di Sesto Fiorentino è risultato eletto tra i quattro posti disponibili un rappresentante di una lista “blocco studentesco” che è la sigla giovanile di Casapound. Questo vuol dire che i fascisti dilagano a Sesto? Niente affatto! Il suddetto fascistello è stato votato come quarto semplicemente perché esisteva una sola lista concorrente che aveva 3 candidati, ed è stato votato sulla base del suo impegno espresso di “concentrarsi soltanto sui problemi della scuola”. E’ così che troppo spesso purtroppo succede: i fascisti guadagnano spazio approfittando del disorientamento e del vuoto politico generale molto più che per le loro capacità. Ovviamente si è fatto subito riconoscere, a corto di idee, chiamando il suo capetto Di Giulio a parlare della proposta di legge sullo Ius Soli o un suo camerata di Bari a parlare di scuola. La richiesta è stata inizialmente avallata dalla preside Maria Laura Simonini, che l’ha sottoscritta, salvo poi rifugiarsi, di fronte alle proteste che si sono subito sollevate da più parti, in insostenibili giustificazioni e concludere che l’assemblea non si potrà fare perché “la politica non deve entrare nelle scuole”. La verità è però tutt’altra: l’assemblea non si farà perché la reazione degli antifascisti di Sesto e di Firenze è stata immediata e la Simonini ha capito di aver probabilmente sbagliato i suoi calcoli. Crediamo però che la legittimazione che la scuola e le sue istituzioni concedono ai fascisti, come in questo caso, siano assolutamente deleteri e portatori di un pessimo futuro. Spiace dire che proprio nella scuola dedicata a Piero Calamandrei, resistente antifascista, preside e professori non siano in grado di alimentare valori e pratiche antifasciste, di solidarietà, contro l’odio sociale. Sarebbe bello che la scuola insegnasse valori di solidarietà e condivisione e non inculcasse la competizione, la sopraffazione, la sottomissione verso i potenti. E sarà così senza dubbio in futuro. Per oggi ci accontentiamo che sia stato ribadito un concetto semplice ma fondamentale: nessuno spazio deve essere dato ai fascisti!
Da parte nostra siamo a Sesto, come a Firenze come a Milano, a ribadire che i fascisti nei nostri quartieri a speculare non li vogliamo, che i nostri spazi devono essere liberi e che non consentiremo che dall’indifferenza possano generarsi mostri di cui non abbiamo francamente necessità.
Tutte e tutti in piazza San Jacopino il 16 Dicembre – Corteo Antifascista
Firenze Antifascista, Circolo Arci “La Costituzione” di Sesto F.no, Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini