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La vera truffa è vendere il falso come notizia

Nelle settimane scorse abbiamo purtroppo dovuto leggere una serie di articoli sul Corriere Fiorentino in cui, con grande stupore, apprendevamo che Gavinana fosse “sotto shock” per via della presunta occupazione di un Airbnb.

Partiamo da questo fatto.
Si trattava di morosità nel pagamento di un affitto che era stato concordato con la proprietaria dell’appartamento, tanto che le utenze erano intestate alla donna che abita in quei locali assieme al figlio.
Questo è stato confermato anche dallo stesso Tribunale di Firenze che ha respinto le richieste della proprietaria dell’appartamento.

Allora la notizia dove sta?
Se le notizie non ci sono allora si creano…

Quindi, si dichiara il quartiere “sotto shock” e si cerca di criminalizzare la donna scavando nella sua vita su mandato della proprietaria di casa.
La donna, che con il figlio abita nell’appartamento, non è una sconosciuta in quartiere: durante la pandemia e il lockdown si è adoperata per le raccolte alimentari salendo agli onori delle cronache cittadine come “fatina di Gavinana”.
L’autore degli articoli si è impegnato nel demolire questa figura cercando di farla passare per una “truffatrice” che avrebbe tratto vantaggio economico da questa sua attività solidaristica. Tutto ciò ha innescato una gogna mediatica fatta di offese e minacce sui social.
Tutto molto pesante. Tutto basato su falsità.
Lo diciamo perché abbiano toccato con mano.
Perché lei fu partecipe della raccolta alimentare che in quel periodo organizzammo come CPA mettendo a disposizione gli aiuti che le erano stati consegnati, che fino a quel momento aveva tenuto in casa e soprattutto mettendoci in contatto con molte famiglie.

Scriviamo tutto questo perché certi giornalisti, a caccia di notizie e sensazionalismo, passano sulla vita della gente senza riguardi, la infangano e poi, dopo settimane di infamie, basta un trafiletto di “smentita” e tutto sistemato…
Però non si sistema tutto, perché magari a tanti rimane il dubbio tu sia davvero una truffatrice. Magari invece altri si sono persi quell’ultimo trafiletto, e allora ne sono proprio convinti.

Con queste righe cerchiamo di dare il nostro contributo affinché più persone possibile sappiano che la “fatina di Gavinana” non è una truffatrice.
Che è una lavoratrice nata e cresciuta nelle case popolari, che vivendo con un figlio a carico conosce le difficoltà di chi lotta per arrivare a fine mese e per questo durante la pandemia non ha pensato solo a sé stessa ma a chi era in difficoltà come lei.

Si tranquillizzino al Corriere… Gavinana non è sotto shock!
Forse però lo dovrebbe esser tutta Firenze a fronte della presenza di quasi mille case popolari sfitte perché non ci sono i soldi per rimettere gli impianti a norma e assegnarle, ma incredibilmente i soldi ci sono per pagare i costi dei blindo per tenerli chiusi e impedire che vengano occupati…

Le case popolari sono nostre, pagate con i soldi e il sudore dei lavoratori, ma ormai come tutto vengono gestite come fossero un bene privato.
Sarebbe l’ora di affrontare questa questione e assegnare le case a chi ne ha bisogno: anche così si eviterebbero le speculazioni di certi presunti “giornalisti” che criminalizzano i comportamenti di chi in questa vita cerca di sopravvivere.