Ci riprendiamo la parola sulla polemica che i fascisti della Lega stanno montando rispetto alla presenza di una bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia esposta al CPA fi-sud.
Intanto ci sembra chiaro e lampante che “il Giorno del Ricordo” sia una giornata che i fascisti usano per alzare la testa e siamo arrivati al paradosso per cui agiscono in termini di censura rispetto a ciò che si può dire e non si può dire rispetto alle vicende legate al “nostro” confine orientale.
Questo attacco è assimilabile alle aggressioni e alle minacce che hanno subito e stanno subendo gli storici, che secondo i fascisti dovrebbero tacere sulle loro ricerche, al punto che le stesse istituzioni democratiche tagliano i fondi di ricerca a tutti coloro che non si allineano al copione della propaganda.
Andiamo al punto: è pienamente legittimo esporre una bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel Giorno del Ricordo.
Se Giorno del Ricordo dev’essere allora è giusto ricordare tutto: noi con quella bandiera vogliamo ricordare le migliaia di soldati italiani che dopo l’8 settembre disertano la chiamata della RSI e si unirono alla Resistenza partigiana slava formando la Brigata Italia, la Brigata Mameli, la Brigata Garibaldi e la Brigata Antonio Gramsci, tanto che il tricolore sventoló nelle piazze della capitale jugoslava il giorno della liberazione di Belgrado.
Qui la domanda è una: perché creare allora una memoria nazionalista e semmai non patriottica?
La risposta sta nella scelta del 10 febbraio come Giorno del Ricordo: quello è l’anniversario della firma dei trattati di Parigi del 1947 e il 10 febbraio è quindi stato scelto con il chiaro scopo di dare slancio all’irredentismo fascista.
Visto che in quelle terre, da secoli, molte etnie diverse convivevano tra loro evidentemente la distruzione di quell’equilibrio va ricercato, non nei contrasti etnici, ma nelle scelte politiche fatte dal 1918 in poi e cioè nell’italianizzazione forzata.
In questo senso, forse, il 6 aprile, giorno dell’invasione militare della Jugoslavia da parte dell’Asse avvenuta nel 1941, sarebbe stata una data più appropriata per mettere al centro del dibattito pubblico queste complesse vicende.
Ma la scelta di questa data avrebbe messo l’Italia nelle condizioni di dover fare i conti con i crimini del fascismo e l’operazione politica in atto sarebbe venuta meno.
Ancora una volta i negazionisti sono i fascisti che vorrebbero imporre una narrazione parziale e decontestualizzata, oltre che falsa, con il solo scopo di alimentare l’anticomunismo e attaccare i valori della Resistenza partigiana.
Chiediamo a tutti i partiti, i sindacati, le associazioni, le realtà di base e tutti gli antifascisti che hanno a cuore la verità storica e i valori della Resistenza di condividere questo messaggio in solidarietà con il CPA Firenze sud e gli storici censurati e messi sotto attacco dai fascisti e dalle istituzioni.