“Il Kung Fu è di tutti. Ma non è per tutti.”
C’è stato un tempo impeccabile.
Ma ora il tempo si è spezzato, perché è arrivato l’allievo.
Un allievo lungo e magro, con cravatta e gilet, che inciampa e sposta lo spazio, scivola a terra e porta disordine.
Cambiano il tempo, il tempio e il maestro.
Sul palco, colui che insegna e colui che impara si fondono e confondono, cercano di allontanarsi e si ritrovano vicini.
Attraversano i regni del kung fu, con mani incastrate nei piedi, il sopra nel sotto, un ghigno da mostro.
Si perdono in un teatro che è fisico, clownesco e visuale, si perdono nel ridicolo e nel sacro.
Poi, di nuovo, tutto è immobile, il maestro guarda l’allievo e aspetta. Aspetta che lui capisca.
Puoi posare le braccia, sciogliere i muscoli, lasciarti annegare in un mare di bigliettini bianchi in una continua ricerca verso l’uscita, ma in fondo non c’è molto da fare, e forse non serve una via e nemmeno un’uscita, ti bloccherà soltanto il finale, e la luce che si spegne sul palco, perchè il kung fu è di tutti ma non è per tutti.
Una produzione Anomalia Teatro
Di e con Simona Ceccobelli e Sebastian O’Hea Suarez
www.anomaliateatro.it