Tortura fisica e psicologica, condizioni di detenzione riconducibili a tale pratica per le conseguenze sugli individui che le subiscono, “abusi in divisa” sono indiscutibilmente all’ordine del giorno quando si parla di repressione e carcere.
Non di poco conto le dichiarazioni di chi queste torture le ha praticate nelle stanze delle questure, carceri o in luoghi al di fuori di quelli istituzionalmente preposti alla detenzione, che hanno fatto ulteriormente luce su comportamenti e strategie che vanno ben oltre dal poter essere liquidati come atti riconducibili a “poche mele marce”. Il tempo ha fatto si che molti di coloro che le torture le hanno subite decidessero di raccontarle, ben lungi da qualsiasi vittimismo o voglia di risarcimento, con l’obiettivo di ricostruire, dalla nostra parte, una memoria storica come patrimonio per una lettura delle forme che lo stato, nella sua complessità, è in grado di mettere in atto nei confronti dei comportamenti incompatibili che vanno a determinarsi nelle maglie delle contraddizioni della società in cui siamo costretti a vivere.
Alcune realtà fiorentine che hanno condiviso nel tempo dibattiti e iniziative comuni sulla tematica carceraria, sebbene su piani e con interventi diversi, hanno sentito la necessità di provare a costruire un momento di confronto e condivisione sul tema della tortura nelle sue varie “facce”.
Vorremmo costruire una giornata che non sia caratterizzata dagli interventi, sebbene sicuramente importanti, di “esperti del settore”, ma cercare di dare voce a coloro che in prima persona la pratica della tortura l’hanno vissuta e/o continuano a viverla sulla propria pelle.
Una discussione che non si limiti a ricostruire la storia della tortura in Italia nel processo storico di sviluppo della società del profitto, nella sua rimodulazione sulla base delle numerose emergenze che storicamente si ripropongono fungendo da elemento legittimante per le strutture repressive e carcerarie, la tortura fisica operata dagli aguzzini di professione, ma affronti anche tutta quella miriade di azioni psicologiche che la caratterizzano.
La complessità e la relativa specializzazione che il sistema carcerario ha assunto nel tempo, in una continua rimodulazione in dialettica con il fuori, rappresenta per noi strumento di tortura: 41 Bis, AS, OPG, Ergastolo ostativo o meno, Cie, differenziazione, sono per noi mezzi di coercizione, di pressione violenta sul detenuto e come tali vogliamo trattarli nella giornata, esplicitarne le caratteristiche e le conseguenze per il corpo prigioniero, senza dimenticare il profondo legame tra il fuori e il dentro quelle mura.
Non vogliamo stare qui ad approfondire quale sia il legame tra le forme proprie dell’istituzione carcere e quelle che si ritrovano sempre più nei contesti in cui viviamo fuori dal carcere stesso, che sia il lavoro, la scuola o il quartiere.
Una tortura che si consuma nelle caserme di polizia e carabinieri, che lascia cadavere il malcapitato che si trova ad attraversarle, che porta alla scelta del suicidio come ultima forma di resistenza, di opposizione alle pratiche psicologiche a cui uno/a è sottomesso.
Sgomberiamo subito il campo da possibili equivoci. Anche se da percorsi differenti è patrimonio comune di chi propone questa giornata l’idea che non esiste possibilità di riformare l’istituzione carcere, così come non pensiamo che sia una legge che potrà modificare nella sostanza il panorama che abbiamo davanti. Non saremo certo noi a dire che non devono essere portate avanti lotte dal corpo prigioniero che chiedano miglioramenti, migliori condizioni di vita all’interno del carcere, ma con la convinzione che questi non potranno andare oltre finchè l’istituzione carcere rimarrà in piedi
…… perchè saremo tutti/e meno liberi finche’ rimarrà in vita un a prigione (antico palazzo – AAVV)
La giornata si svolgerà il 28 Febbraio 2015, dalle ore 10.00 per terminare indicativamente intorno alle 17.00, presso il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud – Via Villamagna 27 a – Firenze
Sarà garantito il pranzo a sottoscrizione (servirà anche come finanziamento della giornata).
Verranno messi a disposizione spazi per materiale informativo e di approfondimento sui temi in questione.
La mail per contatti: info@cpafisud.org
Alcune iniziative di avvicinamento alla giornata:
19/02/2015 ore 20.30 Cena di autofinanziamento per la Giornata
22/02/2015 ore 17.00 Spettacolo Teatrale “PITBULL” del laboratorio di teatro dell’O.p.g. di Reggio Emilia.
Uno spettacolo sulla condizione di internamento negli Ospedali psichiatrici giudiziari raccontato direttamente dalla voce di chi vive.