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Corteo nazionale studentesco del 25/10

Pubblichiamo il testo e la locandina di appello per il corteo studentesco promosso dagli Studenti Autorganizzati Fiorentini per Venerdì 25 Ottobre alle 9.00.
Crediamo sia importante far circolare questo materiale perchè riesce a tenere insieme DDL 1660, riforma Valditara, alternanza scuola-lavoro e militarizzazione delle scuole da un punto di vista studentesco e di classe!

Come studenti il 25 Ottobre scendiamo in piazza, in una data nazionale di mobilitazione, per urlare il nostro dissenso verso la tendenza repressiva che questo governo sta portando sia nelle piazze che all’interno delle scuole.

Il nuovo disegno di legge “DDL1660” ne è infatti la prova: un decreto che non è solo un inasprimento della repressione, ma la dimostrazione delle forti contraddizioni della nostra democrazia, che da un lato finge di garantirci ciò che ci spetta per diritto costituzionale, e dall’altro mantiene un Codice penale, “Codice Rocco”, scritto in epoca fascista e ancora oggi in vigore, così da riapplicarne le misure nel presente, come si è visto questo 5 Ottobre a Roma.

L’obiettivo del DDL 1660 è di fatto stroncare le lotte e mettere a tacere il dissenso, ricorrendo addirittura alla minaccia di anni di carcere per scoraggiarci a protestare, dai 2 anni per un picchetto ai 20 per chi protesta contro le inutili grandi opere. Per legittimarlo fingono di agire “per la nostra sicurezza”, inventandosi sempre nuove false emergenze nascondendo il loro vero obiettivo: sedare il conflitto interno così da portare avanti indisturbati le guerre dei potenti, rendere le città d’Italia città vetrina, per i turisti non per chi le vive, costantemente presidiate da militari e polizia.

Lo stesso fa Valditara nelle scuole con la sua “nuova” riforma. Tale riforma, formalizzando quelle precedenti, si pone solo all’apice del processo repressivo. Come sappiamo ogni riforma scolastica, compresa questa, è stata scritta secondo gli interessi del governo in carica e di questo sistema, il cui unico scopo è il profitto.

Non a caso l’aziendalizzazione nelle scuole è sempre più evidente con l’aumento delle ore di PCTO, nei tecnici e nei professionali, fino a 400 a partire dal biennio. Lo scopo di questa manovra è crescerci fin dall’inizio secondo la mentalità di futuri sfruttati, non nei nostri interessi ma negli interessi del mercato.
Non a caso Valditara sta agli ordini di Confindustria, che chiede “Più sfruttati nelle fabbriche e più impiegati nei privati”, non menti consapevoli, ma pedine utili da ripescare nelle scuole.

Oltre a normalizzare l’ingresso di aziende nelle scuole, viene legittimata ora più che mai la presenza dei militari nei nostri istituti. Adesso, in una società che va alla guerra, l’obiettivo ultimo è la leva militare. E come si sa, a combattere le guerre sono i giovani, per questo la scuola oggi vuole renderci disposti a farlo, illudendoci che questo sistema fatto di precarietà, sfruttamento e morti sul lavoro, sia un sistema per cui combattere.

Quello a cui si assiste nelle scuole, è una vera e propria campagna di arruolamento, ma secondo la divisione classista degli istituti ciò avviene soltanto nei tecnici e nei professionali. Dove i militari propongono i nuovi PCTO dell’esercito col fine di convincere gli studenti che entrare nelle forze armate sia una soluzione alla vita precaria che li attende; quando è proprio la guerra a produrre carovita e difficoltà economiche, sacrificando la spesa pubblica per scuola e sanità per finanziare con milioni di euro la spesa militare.

Aziendalizzazione e militarizzazione fanno parte di un progetto repressivo più grande, al quale il sistema scolastico ci prepara in primis sul piano culturale, cercando di impedire lo sviluppo di un pensiero critico e insegnarci invece l’obbedienza passiva a questo tipo di insegnamento nozionistico e ad un regolamento sempre più punitivo. Il criterio del merito ha proprio questo obiettivo: renderci compatibili con questo sistema scolastico che ci mette in competizione l’uno con l’altro, sotto la minaccia carceraria del “premio e della punizione”. Tale dinamica consiste nel premiare, che sia con un voto più alto o altri crediti, chi si adegua e si rassegna, e punire invece chi non rispetta gli standard che ci vengono imposti. Standard classisti e selettivi, che non tengono conto delle difficoltà di ognuno né delle diverse condizioni sociali di origine, le quali inevitabilmente determinano il modo in cui ognuno si vive la scuola.

Tra le tante misure repressive di questa riforma, il 6 in condotta con testo di educazione civica di autodenuncia, ed i lavori socialmente utili in caso di sospensione sono strumenti di controllo volti a scoraggiarci dall’alzare la testa e lottare per cambiare le cose.

È chiaro quindi come la riforma Valditara miri a creare individui obbedienti, pronti a servire interessi altrui, piuttosto che menti consapevoli della realtà sociale in cui vivono.
NON SI TRATTA DI EDUCARE, MA DI ADDESTRARE!

Per questo scendere in piazza è necessario, è un’urgenza, mentre ci stanno privando del diritto di farlo. E proprio se dovessero impedircelo continueremo a lottare, sempre più forte, per ciò in cui crediamo: contro la repressione, per una scuola che ci istruisca, non che ci addestri, contro la leva militare, contro l’innalzamento dei prezzi, contro la guerra imperialista e per una Palestina libera.