Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici del Laboratorio oltre che alle famiglie che beneficiano del loro lavoro.
Pubblichiamo il comunicato della Cub Firenze.
COME DISTRUGGERE IL “LABORATORIO AUSILI PER L’APPRENDIMENTO E LA
COMUNICAZIONE” DELLA EX ASL 10
Un’altra stagione di cambi di appalti nella Usl Toscana Centro, quella di Firenze, per capirci.
Si comincia con i primi Lotti e tra questi troviamo il LAAC – Laboratorio Ausili per L’Apprendimento e la Comunicazione – ubicato presso il presidio di Via San Felice a Ema.
Ma cos’è questo strano oggetto nato nel lontano 1997 per il quale dovrebbe essere mostrato interesse?
Allora vediamo un po’: se un bambino con gravi disabilità motorie riesce ad azionare giochi o altro, e quindi agire nel mondo che lo circonda, quasi certamente c’è stato un intervento del LAAC;se in una scuola vedete un alunno che utilizza un Pc con strumenti alternativi alla tastiera, come ad esempio dei pulsanti, lì c’è quasi certamente stato un intervento degli operatori e delle operatrici del LAAC; se vedete alunni che riescono a comunicare attraverso strumenti alternativi come un tablet, magari comandato dagli occhi, dietro c’è il lavoro del LAAC.
Se adulti colpiti da gravi patologie come le SLA, che impediscono loro di interagire con il mondo circostante e di comunicare, riescono invece a farlo utilizzando strumenti come strane tastiere, puntamenti oculari,
mouse comandati con la testa, strani congegni attivabili con il mento, un gomito o un ginocchio, ecco lì sicuramente c’è un intervento del LAAC; e se poi li vedete riuscire ad utilizzare uno smartphone o
comandare a distanza oggetti della casa, anche lì è passato quasi sicuramente un operatore del LAAC. E potremmo continuare..
Interventi che richiedono tempo, spesso molti incontri, prove, lavoro di personalizzazione e poi ulteriori verifiche, adeguamenti via via che la patologia si evolve o le esigenze della crescita impongono nuovi obiettivi.
Senza pensare al contesto dove questi interventi si materializzano, l’accoglienza delle sofferenze di pazienti e familiari, le aspettative e la felicità nel riuscire ad inviare un semplice whatsapp o riuscire a far comprendere una scelta.
Ma il LAAC non è una entità immateriale: è fatta da 4 Operatori della Cooperativa Di Vittorio che fin dalla suanascita hanno contribuito, insieme alle due educatrici Asl da sempre presenti, a far crescere questo progetto.
Dal 1997 si sono autoformati in un settore fino ad allora monopolio delle aziende venditrici di ausili, hanno formato operatori ASL, insegnanti di sostegno, partecipato a convegni. Hanno seguito lo sviluppo della tecnologia dalle prime tastiere modificate fino ai puntatori oculari utilizzati per la comunicazione e per molto
altro, hanno permesso la comunicazione a pazienti affetti da SLA o altre gravi malattie neurodegenerative.
E oggi? Tutti Fuori….o quasi. Salvo una “sana e buona” guerra tra poveri in cui non cadremo:
su 4 operatori che svolgono orario pieno al LAAC ne rimarrebbe 1 a 30 ore e niente più. Un ingegnere part-time e una logopedista part-time dovrebbero sostituire la professionalità di quasi 24 anni di lavoro e di
esperienza sul campo di 4 Operatori e Operatrici. Oltretutto rimarrebbe una sola Educatrice Professionale
della ASL anziché due.
QUESTO VUOL DIRE DISTRUGGERE IL LABORATORIO AUSILI PER L’APPRENDIMENTO E LACOMUNICAZIONE.
Si sente dire spesso di questi tempi “niente sarà come prima”: NIENTE DI PIU’ VERO. Verranno a mancare le professionalità che in questi anni hanno consentito di portar avanti tutto: la conoscenza degli ausili, delle
problematiche delle patologie che richiedono gli ausili tecnologici, la capacità di personalizzare gli strumenti,
la capacità di creare tabelle comunicative e per il controllo del mondo circostante, per essere poi magari comandate con lo sguardo.
Tutto questo è quello che stanno distruggendo. Chi è stato? Con chi dobbiamo protestare?
Non sappiamo chi della Commissione Tecnica della ASL abbia avuto la splendida idea di radere al suolo il LAAC lasciando qualche “alberello qua e là per dar la parvenza che ancora ci sia vita”.
Non sappiamo se sia stata presa reale visione della preziosa attività del LAAC ,dato che nella gara di appalto la descrizione dell’attività del LAAC si limita a poche righe,come presa da un depliant.
Non sappiamo come la Regione Toscana e il suo Assessorato alla Sanità non chieda conto di un servizio sucui molto si è investito anche in termini economici, ad esempio per quanto riguarda gli ausili altamente
tecnologici per le malattie neurodegenerative.
Speriamo che, nell’interesse dei pazienti, le associazioni che li rappresentano associazioni come AISLA e altre, i genitori, le operatrici e gli operatori sanitari e scolastici con cui il LAAC ha collaborato e continua a
collaborare, esigano il mantenimento degli attuali organici per non disperdere il patrimonio professionale e le
capacità di intervento degli operatori e delle operatrici attualmente protagoniste delle attività del LAAC e non venga così annientato il servizio e la sua capacità di rispondere prontamente alle esigenze dei pazienti.