Mentre continua il genocidio a Gaza e le azioni di guerra da parte di Israele in Iran, Libano e Siria mettono l’umanità davanti ad un baratro, alle nostre latitudini si muovono cori d’indignazione contro chi denuncia le complicità con il sionismo.
Il (n)PCI e il Partito dei Carc sono stati messi alla gogna per aver messo nero su bianco l’elenco di chi sostiene Israele politicamente e di chi vi fa affari economici e militari.
Il coro di indignazione è alimentato dalla propaganda mediatica che definisce “lista di proscrizione” ciò che in realtà è un’azione di verità e chiarezza politica.
Sono tra l’altro le stesse redazioni che, se con una mano scrivono questo, con l’altra stilano continuamente le proprie liste contro atleti o artisti russi, attivisti solidali con la Palestina, o contro compagni e compagne, per poi ricadere in contraddizione quando si tratta di definire quale sia il nuovo “dittatore di turno” da disarcionare in nome dei valori occidentali, della libertà di espressione e della democrazia.
Noi viviamo in quella parte di mondo, il blocco euro-atlantico, che si erge a “civiltà superiore” e in nome di questa superiorità porta guerra chiamandola pace, applica sanzioni, arresta e censura parlando di giustizia.
Dal canto nostro non possiamo che tenere legate operazioni di questo tipo con la fase guerra che è in atto e che sul fronte interno si traduce nella repressione di ogni forma di incompatibilità e dissenso.
Crediamo che operazioni come questa anticipino e servano a legittimare l’introduzione nel codice penale di reati come “il terrorismo della parola”, contenuto nel nuovo decreto sicurezza, il DDL 1660, che il governo vorrebbe approvare entro poche settimane e su cui le cosiddette opposizioni non stanno facendo nemmeno il minimo sindacale in termini di ostruzionismo.
Questo non per dire che riponevamo fiducia in chi ha approvato i precedenti decreti sicurezza con Minniti o stando in maggioranza con Salvini, ma per sottolineare come governo e opposizioni nella sostanza marcino a braccetto quando si parla di guerra e repressione.
Per dire che la lotta è l’unica via contro un sistema che ci prospetta un futuro peggiore del presente…
Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne, consapevoli che la solidarietà deve sviluppare mobilitazione.
Per questo abbiamo aderito alla “Rete Liberi\e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660” e riteniamo che l’opposizione alla guerra e alla repressione debbano crescere di pari passo.
Per questo pensiamo che il corteo del 21 Settembre a Firenze contro guerra e spese militari convocato dal Comitato NO Comando NATO né a Firenze né altrove sia una tappa importante per alimentare questo processo e invitiamo tutte e tutti a prendere posizione e scendere in piazza.