C’è una bandiera della Jugoslavia Socialista al CPA fi*sud!
Uno scandalo per Torselli e Cellai, quelli che il 25 aprile e l’11 agosto vanno ad onorare i franchi tiratori.
Ma non eravamo noi gli anacronistici con i piedi e la testa nel secolo scorso?
Noi con coerenza ci siamo sempre rivendicati di guardare avanti tenendo ben a mente la storia da cui veniamo. L’abbiamo sempre letta e contestualizzata alla fase storica in cui avveniva cogliendone gli esempi per la nostra lotta quotidiana.
Altri invece, i fascisti, con la storia hanno avuto sempre grossi problemi. Difficile parlare di Mussolini senza parlare di leggi razziali e guerra. Difficile farlo senza ammettere che fu proprio lui, come già fatto dal re, ad abbandonare la propria terra con indosso la divisa dell’occupante nazista.
Ancora più difficile parlare del dopoguerra, dei fascisti al servizio della NATO e della strategia della tensione orchestrata dallo Stato e messa in atto dai fascisti stessi con bombe e stragi sui treni e nelle piazze. Difficile parlare delle loro trame con lo Stato e con la malavita.
Fu Berlusconi a regalargli un evento su cui speculare e vomitare l’odio anticomunista: il Giorno del Ricordo.
Tutti vi sarete resi conto di quanto toni e manifestazioni in onore dei cosiddetti martiri delle foibe si siano affievolite. Dopo una decina di anni di menzogne, tutte regolarmente smontate da un attento lavoro di ricostruzione storica, forse, non sapendo andare oltre la solita retorica ormai si devono attaccare ai cori e alle bandiere degli altri per aver qualcosa da dire.
Ma non è il Giorno del Ricordo?
Noi lo abbiamo passato manifestando a Macerata dopo l’attentato del fascista Traini, in solidarietà ai feriti, contro le violenze e le strumentalizzazioni sul corpo delle donne e per ribadire ancora una volta la necessità della memoria, nell’esempio e nella pratica antifascista e partigiana quotidiana.
Nel nostro “giorno del ricordo” la storia del confine orientale la ricordiamo tutta: dai rastrellamenti nazisti alla sostituzione forzata della popolazione, dalle deportazioni di massa dei cittadini slavi verso i campi di concentramento nazisti ai campi di concentramento fascisti come quelli di Arbe.
Lo facciamo tenendo alta la bandiera di chi liberò le proprie terre con l’apporto del proprio esercito e delle Brigate Partigiane.
Non si può?
Ma non vi preoccupate, Torselli e Cellai, dopo l’ennesimo buffet a spese del contribuente, dormiranno sicuramente sonni tranquilli aspettando che un nuovo Luca Traini contribuisca a dar fiato alle loro trombe per proseguire misere e inutili carriere politiche.