DA KIEV a RIFREDI.
Un intero quartiere blindato, agenti in assetto antisommossa ad ogni angolo di strada, blindati a serrare l’accesso di alcune vie. Questo è ciò che la questura di Firenze ha messo in campo per sgomberare l’occupazione di Viale Corsica 81 a Rifredi.
Neanche passata una settimana dalla manifestazione chiamata dal sindaco, la Firenze di “pace” di Nardella fa la guerra in casa propria con questura e nuove flotte di agenti Digos, tutti eccitati dalle “megaoperazioni”.
Un intervento rivendicato pubblicamente dall’assessore comunale alla casa di Firenze, Benedetta Albanese, e plaudito in giunta dalla Lega: se si avessero dei dubbi sulla linea politica di quest’amministrazione a guida PD e su quanto trovi in Lega e Fratelli d’Italia i propri alleati naturali. La repressione del braccio armato della questura va ancora una volta a braccetto con quella politica del sindaco e dei suoi sostenitori, esercitata sempre e solo verso gli sfruttati e mai gli sfruttatori.
Lo abbiamo detto venerdì scorso durante il corteo contro la guerra e la scelta interventista del governo: “il nemico è in casa nostra”.
È ora di prendere coscienza che il nemico che abbiamo “in casa” è colui che ci fa la guerra tutti i giorni sbloccando licenziamenti, regolamentando un sistema di #sfruttamento fatto di ricatti tra salute e lavoro, precarietà e salari da fame; affossando negli anni un intero sistema sanitario, sabotando la formazione critica degli studenti e studentesse a favore di un’istruzione acritica subordinata agli interessi delle aziende a cui ogni individuo deve piegarsi ed accettare come i suoi.
Dalle amministrazioni locali al governo l’imperativo è scaricare su di noi il costo di questa pesante crisi che stiamo attraversando da prima del propagarsi della pandemia, e che covid e la guerra hanno accelerato ed aggravato.
Prima lo stato di #emergenza per la pandemia, ora lo stato di emergenza per la guerra, un’eccezione che si è fatta regola, specula sulle paure per far passare misure di controllo e repressione utili solo ad affermare principi di autorità e non certo a tutelare la nostra salute o i nostri interessi.
È la guerra interna che lo Stato fa contro chiunque si pone in antagonismo allo stato attuale delle cose, contro chiunque si organizza sul proprio posto di lavoro, sui territori, in scuole e facoltà, per costruire un’alternativa a questo sistema che produce solo altro sfruttamento, altre guerre e continue devastazioni ambientali.
Quello di ieri in viale Corsica81 è un attacco grave, ad un’esperienza politica importante, nata dalle lotte e che di lotte vive e vivrà, aldilà di quelle mura che ieri sono state sfondate. È un attacco a chiunque in città tenti di organizzarsi per migliorare la propria condizione di vita, occupando una casa e resistendo agli sfratti, aprendo uno spazio sociale, lottando dentro una scuola e una fabbrica, picchettando magazzini tessili o scioperando nella logistica, a chi si oppone nei quartieri ad altro cemento o nuovo centro commerciale, a chi ha sempre respinto fascisti, razzismo e sessismo nei quartieri.
Ciò che è sotto attacco è la possibilità che ci si possa organizzare, sperimentare pratiche di resistenza e contrattaccare alla guerra di classe che ci stanno scatenando contro, in primis nella nostra città. Prima prendiamo coscienza che il nemico è in casa nostra, prima possiamo riconoscerci tra di noi, resistere e attaccarlo con più forza.
È per queste ragioni che ci schieriamo al fianco di chi paga il prezzo della repressione, rilanciando la solidarietà di classe nei confronti di chiunque si ponga sul terreno della lotta, con queste convinzioni saremo in piazza questo sabato alla manifestazione lanciata dalle compagne e dai compagni di Corsica, senza resa ne rassegnazione nonostante il clima pesante di questa città.
La stessa convinzione, le stesse grida, che la vedranno riempire di gente il 26 marzo.
Che si torni a respirare aria di lotta e di riscatto nella nostra città.
SOLIDARIETA’ a CORSICA 81 – LE IDEE e le LOTTE NON si SGOMBERANO!