Verso Macerata, ancora una volta contro il fascismo…
Sul raid omicida del nazista Traini: non crediamo che ci voglia chissà quale perspicacia politica nel dire che fatti del genere erano solo in attesa di venir fuori. E’ molto tempo che episodi simili accadono in tutta Italia ad opera di neofascisti appartenenti o meno alla galassia nera organizzata. Movimenti ed organizzazioni neofasciste che non nascono certo oggi e che per anni sono state legittimate in nome della “libertà d’espressione” e foraggiate dalla propaganda “dell’insicurezza” e della “paura”, operazioni consapevolmente architettate da partiti, stampa e TV. Un esempio ben noto sulla propaganda tesa a legittimare i fascisti, è l’equiparazione tra partigiani e repubblichini ad opera di Violante, il quale non appartiene certo alla compagine politica di destra.
Se questi topi di fogna hanno ripreso il terreno dell’agibilità politica, questo avvenuto nel tempo e con responsabilità ben precise, sino ad essere così limpido in una fase come quella odierna, dove è chiaro ancora una volta come all’interno di un sistema in totale crisi, il capitale sfrutti a proprio vantaggio fascisti e razzisti e la loro propaganda per creare un clima di xenofobia, insicurezza e paura in modo da spostare lo scontro sul piano verticale, tutto interno ai lavoratori, nei quartieri popolari e nelle periferie – immigrati da una parte e autoctoni dall’altra – e in modo da fare avanzamenti sul piano del controllo e della repressione da parte dello Stato, e ovviamente, retrocedendo sul piano della coscienza di classe e delle conquiste delle classi subalterne.
Crediamo sia giusto identificare le responsabilità politiche e morali di quanto avvenuto a Macerata oggi e nel 2011 a Firenze con la strage compiuta da Casseri, noto militante di Casapound Pistoia. Di fronte agli avvenimenti di questi giorni assistiamo, da una parte alla gara sul “non strumentalizzare”, “meglio un rispettoso silenzio”, “la politica stia fuori da questi fatti”; dall’altra parte però assistiamo ad una cosa che a seguito di quanto avvenuto a Firenze nel 2011 sarebbe stata impensabile: oggi, i neofascisti si rivendicano quanto compiuto da Traini, in modo più esplicito con striscioni e scritte di giubiloi sino alla volontà di sostenere le spese legali di quest’assassino , o “moderato” parlando del “non farsi giustizia da soli” (come se ciò che è accaduto si trattasse comunque di qualcosa di necessario, ma dai “modi” sbagliati..) e quindi più respingimenti, polizia, controlli e repressione;
Far diventare gli immigrati, il nemico su cui incanalare un malcontento, diffuso verso condizioni di vita in via di peggioramento è un arma del resto sempre utilizzata e che ha preparato la presunta legittimità di un gesto come quello di Traini o di Casseri. Una propaganda usata a destra in modo strumentale certo, ma avallata a “sinistra” dai vari Minniti e Renzi. Un esempio che balza agli occhi è proprio quanto detto da Minniti dopo fatti di Macerata, “avevo visto Traini all’orizzonte, per questo ho fermato gli sbarchi”. Ed ecco che la maschera democratica inesorabilmente cade dimostrando che tra fascisti e istituzioni democratiche c’è assoluta continuità e complicità – i fascisti sparano e i sinceri democratici chiudono i migranti nei lager libici. Dunque, votateci, se non volete l’inevitabile far west nelle strade..
Sulla manifestazione di sabato 10: i/le compagne/i antifasciste/i di Macerata a seguito di quanto accaduto hanno chiamato con forza il corteo consapevoli che alcune forze politiche, in reazione a quanto avvenuto, avrebbero provato a boicottare la piazza in modo da avvallare a quanto detto da Minniti. Infatti la sorpresa non è tardata ad arrivare ed ecco che il sindaco in completa sintonia con il volere del PD chiede di revocare la manifestazione. Per certe realtà l’antifascismo si è dimostrato essere quello di sempre, una parola soltanto, e, infatti, ecco che CGIL, ARCI, ANPI Nazionale e LIBERA si sono prontamente sfilate dal corteo, annunciando che la manifestazione non ci sarebbe stata. Ovviamente i compagni antifascisti di Macerata hanno subito affermato senza esitazione che la manifestazione ci sarà.
Una capitolazione senza fine, o meglio una conferma di una tendenza ormai chiara da tempo, i cui benefici li possono raccogliere solo i neofascisti da una parte, e come abbiamo spiegato poco prima, funzionale al cosiddetto “fronte democratico”, dall’altra.
Il dietrofront effettuato amplifica le contraddizioni nel campo istituzionale e l’aver mantenuto il corteo può servire ad accentuare un possibile processo di scollamento tra l’antifascismo attivo tutti i giorni sui propri territori e chi sa solo riempire la bocca con un antifascismo di facciata, ipocrita e meschino, pronto a essere sfoderato in modo strumentale quando fa comodo. Non vogliamo scambiare desideri e realtà ma i dati oggettivi sono tutti lì.
Solo e soltanto le mobilitazioni, e non certo le “istituzioni democratiche” -il passato ce lo insegna-, hanno bloccato e ricacciato indietro i tentativi reazionari di cui i fascisti sono stati la manovalanza (Come rispetto alle stragi di stato a partire da P.za Fontana e le aggressioni e gli omicidi ai danni dei/delle compagne/i). Certo non siamo tra coloro che ritengono che fare un corteo nazionale possa essere la soluzione verso al ritorno dei neofascisti, ma di sicuro questo può far parte di un percorso che è fatto anche di altro, sempre più urgente e necessario: da una presenza costante sul territorio (scuole e posti di lavoro, in primis), con una riposta reale ai bisogni della classi popolari, con il diffondere nei quartieri pratiche di solidarietà, aggregazione e informazione, con un lavoro quotidiano non solo per tenere viva la memoria su ciò che è stato il fascismo e ciò che è stata la Resistenza, in tutti i suoi aspetti, ma perché l’antifascismo sia iniziativa concreta per praticare l’obiettivo di mettere al silenzio i fascisti, per far avanzare le lotte di chi lavora, di chi è sfruttato, di chi è emarginato.
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