Solidarietà agli/alle occupanti dell’ExAiazzone
Dopo il rogo nel ExAiazzone di Sesto Fiorentino – in cui Ali Muse ha perso la vita nel tentativo di recuperare i documenti di ricongiungimento familiare dalle fiamme – le istituzioni hanno svelato, ancora una volta, quali sono i reali interessi che si celano dietro le retoriche dell’accoglienza e dell’integrazione. All’interno di uno scenario di crisi, che investe tutta l’Unione Europea, i governi si trovano a gestire le conseguenze delle proprie decisioni, fatte di decenni di guerre, colpi di stato e saccheggi di materie prime in Africa e Medio-oriente. Queste conseguenze sono lampanti: milioni di persone in fuga da guerra, distruzione e miseria che entrano nei confini della Fortezza Europea. Tuttavia dietro alla sbandierata emergenza immigrazione si sta giocando una grossa partita in cui in molti hanno da guadagnare. Se da una parte i migranti, sotto il perenne ricatto dei documenti in regola, rappresentano manodopera ricattabile e a basso costo per i padroni, dall’altra sono “soggetti” grazie ai quali vengono assegnati fondi pubblici alle cooperative e ai privati che sono chiamati a “gestirli”, fondi che vengono sprecati sistemazioni indegne e a breve scadenza E che rappresentano l’altra faccia del famigerato l’art. 5 del “Piano Casa” con cui i sindaci e prefetti lasciano al freddo, senza acqua, istruzione e sanità intere famiglie con bambini se queste non si rendono pienamente funzionali alle esigenze del sistema. Quello stesso art.5 che, insieme alle leggi vessatorie e criminali sull’immigrazione, ha causato la morte tragica di Ali Musse.
Come se non bastasse è proprio sui migranti che si scatenano le più squallide speculazioni politiche in cui la destra costruisce vere e proprie carriere politiche sfruttando il tema sicurezza-immigrazione.
Nei giorni successivi al rogo nel ExAiazzone di Sesto il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico – che si è tenuto tra prefetto, presidente della regione, sindaco di Firenze e di Sesto Fiorentino – ha proposto, sbandierando una nuova emergenza (quella del freddo), di smistare i rifugiati, separando madri e figli dai padri, in dormitori sparsi in tutta la provincia di Firenze con scadenza a marzo. La proposta è stata avanzata dall’amministrazione senza tenere minimamente conto delle esigenze e dei bisogni che le persone coinvolte possono avere, prima di tutto la vicinanza dei propri cari e il diritto ad una occupazione dignitosa. Infatti è evidentemente impossibile trovare un lavoro degno di questo nome per chi deve spostarsi di decine di chilometri di mese in mese per adeguarsi all’ennesima sistemazione provvisoria.
Coraggiosamente, dopo giorni di lotta per denunciare le proprie condizioni di vita e la speculazione che si cela dietro il sistema dell’accoglienza, la proposta-truffa dell’amministrazione è stata respinta da chi abitava nel capannone di Sesto. La scelta è stata quella di porre un problema politico, da una parte, e trovare una soluzione immediata: dallo scorsa settimana un palazzo abbandonato in città, in zona parterre, è stato occupato dalle stesse famiglie, provocando tra l’altro l’ennesimo delirio securitario/legalitiario di Nardella e Prefetto, più attenti a creare emergenze e criminalizzare che a rispondere alle reali esigenze popolari.
Saremo dunque in piazza al fianco delle occupanti e degli occupanti dell’ExAiazzone, sabato 28 alle 16 in San Marco. Vogliamo ribadire ancora una volta a istituzioni e avvoltoi vari che il nostro nemico non è certamente chi suda, lavora e fatica per costruirsi una vita dignitosa. Il nostro nemico è chi specula sulla vita dei lavoratori, chi usa il ricatto dei permessi di soggiorno per avere una manodopera flessibile, disciplinata e a basso costo; il nostro nemico è chi tenta in tutti i modi, con narrazioni fantasiose, sventolando lo spauracchio della sicurezza e della legalità, di dividere i lavoratori fra italiani e stranieri, fra immigrati economici e rifugiati politici, tra clandestini e regolari. È necessario rompere la logica delle divisioni, del “noi” italiani e “voi” immigrati e lottare da subito insieme per un domani senza più guerre, disuguaglianze e sfruttamento.
Compagne e compagni del Centro Popolare Autogestito Fi-Sud