Su divieti, repressione e gestione del dissenso. Chi può e non può manifestare ai tempi di Renzi e Salvini
Sabato scorso abbiamo visto e vissuto diversi episodi di attacco all’agibilità politica e di repressione: a Firenze la manifestazione contro Renzi e il suo governo è stata vietata e poi caricata; a Roma i fascisti di Forza Nuova avevano chiamato alla Magliana un corteo contro gli immigrati, mentre gli antifascisti un presidio per respingere la provocazione nel quartiere. Il Questore aveva vietato entrambi le manifestazioni, ma nei fatti le cose sono andate molto diversamente. Gli antifascisti sono stati caricati, inseguiti, ammanettati per strada e fermati in più di 50, con 10 compagn* ai quali è stato convalidato l’arresto con la pesante accusa di “concorso in devastazione e saccheggio”, con due compagni ancora a Regina Coeli mentre gli altri sono stati scarcerati ieri con varie misure restrittive. A Pavia il presidio convocato dall’ANPI contro una manifestazione di Casapound è stato caricato: teste rotte e manganellate per gli antifascisti (compreso sindaco e assessori) e protezione per i fascisti che hanno sfilato in tutta tranquillità tra tricolori e saluti romani.
Questi sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie di azioni repressive, divieti di manifestare, attacco all’agibilità politica, negazione di spazi pubblici, che da anni sta ormai caratterizzando l’agire dello stato.
Se questi episodi si inseriscono, in particolare Firenze, nel clima referendario crediamo che questo referendum non sia che un ulteriore passaggio di un processo di concentrazione e di verticalizzazione dei poteri dello Stato e delle sue articolazioni, dalle scuole ai posti di lavoro fino ai territori, che va avanti da trent’anni. Il divieto di Firenze è ancor più grave perché va a vietare una manifestazione antigovernativa inerente anche ad una campagna referendaria, ma faremmo un errore a pensare che la repressione colpisce oggi e domani più di ieri, in virtù del referendum. Basta fare un pensiero a quanto succede in Val Susa, o semplicemente al processo fiorentino contro ben 86 compagni/e, alle cariche e al carico repressivo che lascia il 15 ottobre 2011 per andare più lontano, sino alle decine di compagni/e in carcere e con le misure cautelari per le lotte politiche e sociali. Il senso del nostro NO al referendum sta proprio in questo, cercare di porre un argine a questa tendenza decennale. Questo è il senso del nostro No, non certo quello dei Salvini o D’Alema che hanno sostenuto le politiche dell’Unione Europea e tutti i passaggi istituzionali e costituzionali di questi anni.
Sempre a Firenze, sabato prossimo 12 novembre, andrà in scena la kermesse di Salvini in piazza Santa Croce.
Sarà anche quella una manifestazione per il NO al referendum, ma a differenza di quanto successo sabato scorso, la manifestazione di Salvini, leghisti e fascisteria varia, non sarà osteggiata dalle forze di polizia bensì autorizzata e ben protetta, mentre si reprime chi rappresenta una posizione di rottura con questo sistema. Il No fascio-leghista capitanato da Salvini è legittimo per lo Stato, così come utile allo stesso governo, nell’ottica di legittimazione di chi questo sistema tende a stabilizzarlo – non certo cambiarlo – indirizzando lo scontro verso falsi nemici come i migranti, evidenziando sempre come sia consentito alle forze della destra reazionaria di inserirsi nei contesti sociali proletari in funzione anche di sottrazione di spazi di un’alternativa reale e di classe.
Sabato in piazza però ci saremo anche noi, in piazza de’ Ciompi alle ore 15.00.
In piazza ci sarà chi non si fa ingannare da questa propaganda ma cerca invece di smascherarla per dire che i “due Mattei”, il padano e il (non) fiorentino, sono le due facce della stessa medaglia e parte del solito problema.
Saremo in piazza anche per ribadire la nostra solidarietà e disponibilità pratica nei confronti che compagni/e fermati e arrestati a Roma, di quelli caricati a Pavia e a Firenze e in solidarietà con Checco, tratto in arresto sabato a in San Marco a Firenze e rilasciato lunedì.
Centro Popolare Autogestito Firenze sud