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25 APRILE 2015 in Piazza S. Spirito

25aprile_2015_manifA partire dalle 15.00 banchini informativi, musica, interventi,
cibo e bevande

Alle 17.00 CORTEO fino a Piazza Tasso e ritorno in S. Spirito

Al ritorno i canti del MENESTRELLO

A seguire CENA in piazza e CONCERTO con
IVANOSKA e BANDA K100

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

A 70 anni di distanza dal 25 Aprile 1945, le ragioni che portarono i partigiani a prendere le armi sono più attuali che mai. Durante la Resistenza gran parte delle formazioni partigiane affrontavano fascisti e nazisti armi in pugno non solo per farla finita con la dittatura, ma per un mondo libero da ingiustizia, sfruttamento e guerra. La loro era una battaglia contro i padroni non meno che contro i loro tirapiedi fascisti. Oggi affrontiamo gli stessi nemici. I padroni che approfittano della crisi per sfruttarci sempre di più, e ci minacciano o ci licenziano se lottiamo per i nostri diritti. Il governo Renzi che, come tutti quelli che si sono succeduti nei decenni, attacca le condizioni di vita e di lavoro di operai, pensionati, disoccupati, studenti con controriforme come il Jobs act o la cosiddetta “buona scuola”, con il piano casa, i tagli alla sanità, le grandi opere. Le forze della repressione, sempre pronte a colpire con denunce, arresti, processi chi si oppone a tutto questo. E infine i fascisti, che mai sono scomparsi dal panorama politico di questo paese, e dal 1945 hanno continuato ad occupare posti chiave nello Stato, dalla magistratura, alla polizia, all’esercito, coprendo le bombe, gli omicidi, le aggressioni degli squadristi che mai sono cessate contro lavoratori, migranti e antifascisti.

Il compito che i fascisti sono chiamati oggi a svolgere dal capitale è di dividere le classi popolari, fomentando l’odio contro l’immigrato con parole d’ordine populiste e razziste, e scatenando così una guerra tra poveri, mentre non una parola viene spesa contro chi sfrutta o delocalizza all’estero, contro le aggressioni militari e il saccheggio delle risorse che spingono migliaia di proletari ad emigrare. Ricordiamo che proprio in questa città il fascista Casseri, militante di Casapound, ha messo in pratica le sue idee razziste uccidendo due lavoratori senegalesi e ferendone gravemente un terzo. E ora Casapound sta cercando di mantenere aperta una sede a Coverciano, camuffata da libreria, la cui presenza è stata chiaramente rifiutata dal quartiere. La questura ha risposto alla mobilitazione antifascista prima proteggendo notte e giorno la sede e militarizzando il quartiere, e poi con le denunce contro gli antifascisti.

I fascisti alzano il tiro anche perché si sentono legittimati da decenni di propaganda revisionista e dalla sistematica diffamazione della Resistenza alimentata da tutti i partiti istituzionali. In particolare Casapound cerca oggi una piena agibilità istituzionale attraverso l’alleanza elettorale con la Lega di Salvini. Non si può negare il diritto di parola a chi si presenta alle elezioni, dicono istituzioni e giornalisti, e così la “libertà di espressione” dovrebbe diventare, secondo questi soggetti, lo scudo per far circolare liberamente nei quartieri popolari la propaganda fascista di Lega, Forza Nuova, Casapound, e per coprire le loro azioni squadriste.

Secondo le istituzioni chi si oppone ai razzisti si pone contro la legalità, e questo non può meravigliarci perché la legge è sempre e soltanto uno strumento nelle mani delle classi dominanti. L’unico antifascismo che conosciamo, e l’unico che realmente produce risultati, è quello quotidiano, vissuto nei quartieri, che non conosce deleghe. Un antifascismo che non ha nulla a che spartire con chi nel giorno della Liberazione vorrebbe provocatoriamente sfilare a Milano accanto agli oppressori del popolo palestinese, sotto le bandiere sioniste responsabili dei massacri di Gaza; né con chi, dal governo e dall’opposizione, promuove e sostiene le aggressioni militari in Siria, Libia, come già in Jugoslavia, e appoggia i gruppi nazisti in Ucraina. Per questo il nostro 25 Aprile non avrà nulla di rituale, ma sarà una giornata di solidarietà militante verso tutti gli antifascisti, e in particolare Emilio, del centro sociale Dordoni di Cremona, gravemente ferito dagli squadristi di Casapound, e sarà una giornata di mobilitazione anticapitalista, perché la Liberazione arriverà veramente solo quando gli ideali sociali che hanno guidato la Resistenza saranno realizzati e lo sfruttamento cancellato definitivamente dalla Storia.

Firenze Antifascista