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29–30 Novembre: sciopero generale e manifestazione nazionale

29 e 30 Novembre: costruiamo un grande sciopero generale; rafforziamo lo spezzone della rete Liberi/e di Lottare nella manifestazione nazionale di piazza Vittorio

L’incontro tra le organizzazioni palestinesi in Italia, tenutosi nella sera di domenica, rappresentava l’unica possibilità affinché la piazza del 30 Novembre a Roma fosse unitaria. L’incontro è avvenuto ed il confronto ha prodotto l’accordo necessario perché la piazza sia unitaria.

In queste settimane, come Rete Liberi/e di lottare, abbiamo lavorato per rafforzare la posizione politica espressa da UDAP e GPI perché la ritenevamo corretta e perché volevamo rompere ogni logica d’area che stava impedendo il confronto tra organizzazioni palestinesi.

In una manifestazione a sostegno della Resistenza Palestinese rispondere ad un appello delle organizzazioni palestinesi vuol dire sviluppare consapevolmente il ruolo che spetta alla solidarietà internazionalista.

Vuol dire assumersi, tra gli sfruttati e le sfruttate qua in Italia, la responsabilità di praticare un’azione capace di spiegare quanto sia stretto il legame tra la Liberazione della Palestina dall’occupazione sionista e la nostra liberazione dallo sfruttamento del capitale.

La crisi di questo sistema, l’imperialismo e quindi la guerra sono gli elementi che determinano, e legano, la nostra condizione di classe subalterna e quella del popolo palestinese, oppresso dal giogo del colonialismo.

Diciamo questo consapevoli dell’asimmetria delle nostre posizioni: se in Palestina si vivono gli effetti più brutali e feroci della guerra di sterminio, noi siamo gli sfruttati del centro imperialista, di un paese saldamente interno alla NATO, e subiamo le ricadute della fase di guerra in modo diverso.

Sul fronte interno – con il governo Meloni espressione, sotto ogni aspetto, di questa tendenza generale – la guerra agisce contro di noi, tra le altre, con l’aumento del livello repressivo di cui il DDL 1660 oggi rappresenta un ulteriore inasprimento, qualitativo e quantitativo, attraverso cui lo Stato cerca di garantirsi la pace sociale all’interno dei propri confini per meglio condurre la guerra fuori da essi, peggiorando le condizioni di vita e di lavoro degli sfruttati e delle sfruttate entro i propri confini.

Il 29 Novembre sciopereremo e saremo in piazza con altre migliaia di lavoratori e lavoratrici per opporci alle politiche filo padronali di questo governo, in piena continuità con l’operato dei governi precedenti nel garantire profitti a pochi, miseria sfruttamento e precarietà a milioni di proletari/e; sciopereremo contro l’industria della guerra ed i suoi profitti miliardari; sciopereremo contro l’aumento delle spese militari a fronte dei tagli a scuola, sanità e trasporti che si sommano all’impoverimento dei nostri salari a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi a cui non corrispondono aumenti in busta paga, fino all’assenza di ogni forma di sostegno al reddito per chi un salario non ce l’ha.

In quelle piazze saranno con noi le stesse organizzazioni palestinesi con cui abbiamo lottato in questi mesi e che il giorno dopo apriranno il corteo a Roma. Così come nello sciopero del 29 le bandiere della Palestina accompagneranno le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero, allo stesso modo quelle rivendicazioni accompagneranno il sostegno alla Resistenza palestinese il giorno successivo. Questa è dialettica che lega la Resistenza palestinese alla solidarietà internazionalista, le organizzazioni palestinesi in Italia a noi.

Queste sono le posizioni politiche che vogliamo portare nelle piazze del 29 e del 30 Novembre, partendo una volta dal DDL 1660 e dall’economia di guerra per arrivare alla Palestina e l’altra partendo dalla Palestina per arrivare all’economia di guerra, al DDL 1660.

Se queste sono le indicazioni, dobbiamo tradurle in modo chiaro e immediato su un piano di massa.
L’unità che si è prodotta sulla giornata del 30 Novembre tra le organizzazioni palestinesi deve riprodursi tra la giornata del 29 e del 30 Novembre, tra sciopero generale e corteo di massa a Roma.
Quelle due giornate sono legate a doppio filo.

Anche per questo dobbiamo riconoscere la necessità di valorizzare questo legame nel corteo nazionale assicurandogli una posizione di rilievo nella piazza del 30 Novembre a Roma convocata per le ore 14 a Piazza Vittorio.

29 e 30 Novembre: scioperiamo, mobilitiamoci, scendiamo in piazza per fermare le guerre imperialiste, il genocidio, il DDL 1660, contro il governo Meloni, per l’unificazione delle resistenze di classe e anticoloniali nel mondo.


Per le prenotazioni del pullman verso il corteo del 30 Novembre a Roma, segui questo link.