ore 21 Cena sociale – ore 22.30 Proiezione
Lunedì 2 Ottobre
“Il cineocchio”
di Dziga Vertov
(URSS, 1924, B/N, 60’)
Edizione sonorizzata da A Tea For Chet
Tommaso Ceri – piano synth
Riccardo Bartolozzi – batteria
Alessandro Geri – Contrabbasso
Lunedì 9 Ottobre
“L‘uomo con la macchina da presa”
di Dziga Vertov
(URSS, 1929, B/N, 67’)
Lunedì 16 Ottobre
“La madre”
di Vsevolod Pudovkin
(URSS, 1926, B/N, 89’)
Lunedì 23 Ottobre
“La fine di San Pietroburgo”
di Vsevolod Pudovkin
(URSS 1927, B/N 87’)
Lunedì 30 Ottobre
“La corrazzata Potemkin”
di Sergej Michajlovic Ejzenštejn
(URSS 1925, B/N 75’)
Lunedì 6 Novembre
“Ottobre – i dieci giorni che sconvolsero il mondo”
di Sergej Michajlovic Ejzenštejn
(URSS 1927, B/N 102’)
Domenica 12 Novembre
“Il treno di Lenin”
di Damiano Damiani
(Italia 1988, regia, colore 200’)
La proiezione del primo episodio si terrà alle ore 18; a seguire cena e seconda parte
Lunedì 13 Novembre
“I dieci giorni che sconvolsero il mondo”
di Sergej Bondarcuk
(URSS, Italia, Messico 1982, colore 139’)
Lunedì 20 Novembre
“Schiava d‘amore”
di Nikita Mikhalkov
(URSS 1975, colore 94’)
Lunedì 27 Novembre
“Soy Cuba”
di Mikhail Kalatozov
(URSS, Cuba 1964, B/N 135’)
“Ancora comunisti nel 2017?”
Quante volte abbiamo sentito questo “domanda”. È quella che i nostri detrattori, di destra o di “sinistra” essi siano, utilizzano per deridere, denigrare e attaccare i nostri valori… quei valori che in verità non tramonteranno mai fin quando non saranno realtà: la solidarietà, l’internazionalismo e l’uguaglianza in una società che metta al centro gli interessi dei lavoratori e non del capitale, che produca per soddisfare le necessità collettive e non per accumulare profitti.
Vorremmo invece ribaltare quella “domanda” e chiedere loro come si possa ancora aver fiducia e sostenere un sistema, quello capitalista, che non fa che produrre e riprodurre su se stesso continue e sempre più efferate crisi, guerra e disuguaglianze.
Nel 1917 soldati, contadini e operai russi, guidati dai bolscevichi e da Lenin, presero il destino nelle loro mani e nei “dieci giorni che sconvolsero il mondo” imposero prima di tutto l’uscita dalla Guerra e poi l’organizzazione di una società altra: quella Socialista.
A cent’anni da quelle giornate vogliamo tornare a parlarne, non in termini retorici e nostalgici, ma per restituirle alla viva memoria di chi lotta ancora oggi.
Per capire come la Rivoluzione d’Ottobre migliorò la vita di milioni di proletari sul piano economico,sociale e culturale, nella vita quotidiana, sul posto di lavoro e nel tempo libero.
Per rimettere al centro del dibattito le categorie e le parole d’ordine di allora in tutta la loro attualità: guerra, stato, imperialismo e crisi da una parte, organizzazione proletaria, lotta di classe e internazionalismo dall’altra.
I nostri detrattori, coro dei nostri sfruttatori, continueranno a dirci che la storia si è fermata e che il suo capolinea si chiama “Capitalismo”: noi sappiamo che non è così e sappiamo che abbiamo scelta solo tra due possibilità… continuare a subirla o provare a scriverla!